Avete lo spirito dell’esploratore e non temete nulla, nemmeno il freddo più intenso? In Trentino c’è un posto che fa per voi: bellissimo e… da brividi! È la Busa della Fradusta, una depressione dell’altopiano delle Pale di San Martino dove ogni anno si registrano le temperature più basse d’Italia.
Un altopiano “lunare”
Quello delle Pale di San Martino è uno dei gruppi dolomitici più affascinanti, famoso per le spettacolari enrosadire che tingono le montagne di rosa e arancione. Diviso tra le provincie di Trento e Belluno, è caratterizzato dalla presenza di un altopiano di oltre 50 chilometri quadrati, tra i 2500 e i 2800 metri di altitudine. Pare sia stato proprio il paesaggio aspro e “lunare” di questo sconfinato tavoliere roccioso a ispirare lo scrittore e giornalista Dino Buzzati per l’ambientazione del suo capolavoro “Il deserto dei Tartari”.

Altopiano innevato – Panoramica (Ph. Giorgio Raffaelli. Licenza CC BY-NC 2.0)
La Busa della Fradusta, la dolina dei record
L’altopiano delle Pale di San Martino è caratterizzato dalla presenza di numerose doline (“buse” in dialetto trentino), avvallamenti provocati dal fenomeno del carsismo. Le doline hanno diametri variabili da pochi metri a diversi chilometri e profondità anche di 200 metri. Camminando sull’altopiano potrebbe capitarvi di imbattervi nella Busa di Collalto o nella Busa delle Sponde Alte, o ancora nella Busa di Manna…
Perché sono importanti queste doline? Perché è al loro interno che in inverno si registrano le temperature più basse d’Italia. La “dolina dei record” è la Busa della Fradusta, che si trova al margine meridionale dell’altopiano, dove si erge l’imponente Fradusta (2939 m). Qui, a “soli” 2607 m di altitudine, il 10 febbraio del 2013 è stata rilevata la temperatura minima più bassa mai registrata in Italia: -49,6°C!
Una trappola per il freddo
Le doline dell’altopiano delle Pale di San Martino sono da anni oggetto di studio da parte dei meteorologi. Ma come mai temperature così basse si verificano a quote tutto sommato modeste e non, per esempio, ai quasi 5000 metri di altitudine del Monte Bianco? La spiegazione ce la dà la scienza.
Innanzitutto c’è una questione legata al peso: l’aria fredda, più densa e pesante di quella calda, tende a ristagnare in basso. Poi c’è un fattore morfologico. La dolina è una sorta di grande bacino chiuso che intrappola al suo interno l’aria a temperatura più bassa, formando quello che i meteorologi chiamano lago di aria fredda. L’assenza di brezza, favorita dalla depressione del terreno, impedisce il rimescolamento degli strati d’aria, isolando il freddo nella dolina.
Un’escursione termica da brividi!
Le rilevazioni effettuate dai meteorologi hanno evidenziato che nelle ore notturne invernali e in particolari condizioni meteo (cielo sereno, aria secca, assenza di brezza, suolo innevato) si può verificare una inversione termica che ha dell’incredibile: per ogni metro di dislivello negativo la temperatura può diminuire anche di 1°C! Come dire che, se una dolina è profonda 20 metri e la temperatura al suo esterno è di 0°C, sul fondo della dolina si possono toccare e superare i -20°C!
È fuori dubbio che -49,6°C sia una temperatura piuttosto estrema. Niente però a che vedere con la temperatura minima più bassa mai registrata sul nostro pianeta: -89,2°C rilevati a Vostok, in Antartide, il 21 luglio del 1983.
Foto copertina
Autore limpido / Shutterstock.com
“Innanzitutto c’è una questione legata al peso: l’aria fredda, più leggera di quella calda, tende a ristagnare in basso.”
La frase corretta dovrebbe essere: Innanzitutto c’è una questione legata al peso: l’aria fredda, più DENSA E QUINDI PIU’ PESANTE di quella calda, tende a ristagnare in basso.
Accidenti, è vero! Ora è corretto, grazie mille!!! 🙂