Il termine enrosadira identifica il fenomeno per cui le Dolomiti si tingono di rosa (con sfumature che vanno dal rosso, all’arancione, al viola) in particolari condizioni di luce nelle ore dell’alba e del tramonto. Un fenomeno affascinante e spettacolare, tra i più fotografati dai frequentatori dei Monti Pallidi.
Il termine enrosadira deriva dalla parola ladina rosadüra (o enrosadöra) che significa “diventare di colore rosa”
Perché le Dolomiti si colorano di rosa?
L’enrosadira si verifica per via della particolare composizione della dolomia, la roccia sedimentaria carbonatica di cui sono fatte le nostre Dolomiti. La dolomia contiene il minerale dolomite (carbonato di calcio e magnesio) che, soprattutto nelle limpide giornate estive, causa la rifrazione della calda luce del sole all’alba e al tramonto dando vita a un fenomeno di rara bellezza.
La leggenda di Re Laurino
Nel cuore del Catinaccio, il massiccio dolomitico che si trova tra la Val di Fassa (in Trentino) e le valli di Tires ed Ega in Sudtirolo), viveva Re Laurino, monarca di un popolo di nani. Re Laurino possedeva un meraviglioso giardino di rose e due armi magiche: una cintura che gli dava la forza di 12 uomini e un mantello che lo rendeva invisibile.
Un giorno il Re dell’Adige decise di concedere la mano della bella figlia Similde: invitò tutti i nobili della zona a partecipare ad un torneo cavalleresco ad esclusione di Re Laurino. Quest’ultimo decise comunque di intervenire indossando il mantello dell’invisibilità. Quando Re Laurino vide Similde, se ne innamorò perdutamente e la rapì.
Tutti i nobili presenti si schierarono nei pressi del Giardino delle Rose per bloccare il passaggio al fuggiasco. Re Laurino tentò di sopraffare i nobili indossando la sua cintura magica, ma si rese ben presto conto che nemmeno con la forza di 12 uomini l’avrebbe avuta vinta sui nobili. Indossò quindi il mantello dell’invisibilità e cercò di far perdere le proprie tracce all’interno del giardino delle rose.
I nobili riuscirono però a individuare Re Laurino osservando lo spostamento delle rose e lo catturarono. Re Laurino, infuriato, lanciò una maledizione verso le rose del Catinaccio che avevano tradito la sua presenza e lancio verso quest’ultimo la sua maledizione: “né di giorno, né di notte alcun occhio umano potrà più ammirarti”. Si dimenticò però dell’alba e del tramonto e così, da allora, il Catinaccio si tinge del colore delle sue rose nei momenti dell’alba e del tramonto.
Il nome tedesco del gruppo del Catinaccio è Rosengarten: “giardino delle rose”
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Foto copertina
L’enrosadira sul Cimon della Pala
Autore Doctor Dodge – Licenza CC BY-SA 3.0