Dormire in un bivacco: un modo diverso di vivere la montagna

Dormire in un bivacco

Non esistono solo i rifugi alpini per pernottare in quota. Se avete l’avventura nel sangue e non volete (o non potete) campeggiare in tenda, potete optare per dormire in un bivacco. In Trentino ce ne sono a decine, gestiti dalla SAT (Società degli Alpinisti Tridentini), dal CAI (Club Albino Italiano), dai Comuni o da associazioni private.

Siete curiosi di conoscere le origini del bivacco? Volete provare l’ebbrezza di dormire in un bivacco, ma non sapete come e cosa fare? Mettetevi comodi, vi spiego tutto in questo articolo.

Le origini del bivacco

Alla voce “bivacco” il dizionario Treccani recita: Sosta all’aperto, di breve durata e per lo più notturna, di truppe in movimento, o di gruppi di persone in viaggio, durante una lunga marcia.

Il bivacco è in sostanza l’accampamento all’aperto, generalmente notturno. Tipico dei popoli nomadi e delle società basate sulla pastorizia, la pratica del bivacco è stata storicamente adottata anche dalle truppe durante le campagne militari. I bivacchi dell’esercito romano, per esempio, erano delle vere e proprie città mobili costituite da tende in cui i soldati trovavano riparo durante i lunghi spostamenti.

Il bivacco in ambito alpinistico

Più recentemente – non certo ai tempi dei romani! – la pratica del bivacco è stata adottata anche dagli alpinisti per poter superare lunghe ascensioni. Il bivacco in questi casi avviene direttamente in parete, generalmente su cenge (sporgenze pianeggianti che interrompono la verticalità di una parete). In assenza di cenge, gli alpinisti utilizzano speciali amache assicurate alla parete rocciosa e dormono letteralmente sospesi nel vuoto.

Il bivacco come struttura

Nell’arco alpino il temine “bivacco” identifica anche una struttura incustodita utilizzata dagli alpinisti come ricovero per la notte o in caso di maltempo. Questo tipo di struttura è generalmente collocata in zone protette da frane e valanghe e costruita in pietra, legno o lamiera. I moderni bivacchi sono costruiti con materiali di ultima generazione, perfettamente isolati dal freddo e dall’umidità.

L’interno del bivacco è costituito da un monolocale che può contenere fino a una decina di posti letto. Quasi sempre ci sono inoltre una stufa, un tavolo con alcune sedie, mobiletti o pensili per custodire stoviglie e generi alimentari.

Il bivacco, a differenza del rifugio, è gratuito e completamente sprovvisto di ogni tipo di servizio: niente riscaldamento, niente wc, niente doccia, niente acqua, niente corrente elettrica.

Baito la Bassa (Ph. Mirko Ropelato)

Baito la Bassa in Val di Fiemme (Ph. Mirko Ropelato)

Informazioni utili per l’uso del bivacco

  • Per evitare sorprese, verificate preventivamente presso l’Ente gestore (SAT, CAI, Comune o associazione privata) se il bivacco è liberamente accessibile o se servono le chiavi.
  • Portate con voi il sacco a pelo. Se siete certi della presenza di coperte nel bivacco, sarà sufficiente il sacco lenzuolo. Sono inoltre indispensabili la lampada frontale per la notte e un pentolino con fornelletto per cucinare (se non presenti nel bivacco).
  • Mettete in preventivo di poter trovare il bivacco già occupato, cosa tutt’altro che improbabile nei fine settimana durante la bella stagione. In tal caso ci si dovrà arrangiare, se possibile, stringendosi o trovando posto sul pavimento.
  • Informatevi se nei pressi del bivacco c’è una sorgente d’acqua. In caso negativo attrezzatevi di conseguenza portando da casa l’acqua necessaria per bere e cucinare o raccogliendola, se possibile, lungo il cammino.
  • Se nel bivacco trovete una scorta di legna per il fuoco e ne utilizzate una parte, ripristinate la scorta prima di andare via.
  • Se avanzate del cibo (es. buste di minestra a lunga scadenza) lasciatelo nel bivacco. Potrebbe tornare utile a un alpinista in difficoltà e, in più, camminerete più leggeri sulla strada del ritorno.
  • Pulite e mettete in ordine il bivacco prima di lasciarlo. Portate i vostri rifiuti a valle.

Sono tanti i bivacchi sul territorio della Provincia autonoma di Trento. Quelli gestiti dalla SAT li trovete sul sito www.sat.tn.it.

 


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Foto copertina
Bivacco Serodoli
Autore antonella – Licenza © Tutti i diritti riservati

 

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