Nelle viscere del Monte Gazza per scoprire la magia dell’idroelettrico

Sala macchine - Centrale idroelettrica di Santa Massenza

La centrale idroelettrica di Santa Massenza è la punta di diamante del sistema che utilizza le acque del bacino del Sarca per la produzione di energia pulita. Con una producibilità media annua di 640 GWh è la centrale più potente del Trentino.

Grazie al progetto Hydrotour Dolomiti promosso da Gruppo Dolomiti Energia oggi è possibile entrare nel cuore dell’impianto di Santa Massenza e scoprire come la forza dell’acqua si traduce in energia. Una visita guidata di 2 ore con l’ausilio di supporti video e plastici che non mancherà di entusiasmarvi.

La più potente d’Europa

Giovanni Muzio

L’architetto Giovanni Muzio

La centrale idroelettrica di Santa Massenza fu progettata da Giovanni Muzio (1893-1982), architetto milanese artefice del Palazzo della Triennale di Milano e della Basilica dell’Annunciazione di Nazareth. Entrata in funzione nel 1953, fu ufficialmente inaugurata il 23 ottobre 1955. All’epoca della sua costruzione la centrale di Santa Massenza era la più potente in Europa. Da sola poteva soddisfare il fabbisogno energetico dell’intera città di Milano.

Per un Trentino uscito a pezzi dalla Seconda Guerra Mondiale e con intere vallate svuotate dall’emigrazione, l’impianto di Santa Massenza rappresentò un’importante opportunità di rilancio economico. I cantieri sul Sarca diedero occupazione a 8000 uomini contribuendo a invertire il fenomeno migratorio.

La costruzione della centrale, delle opere di presa e delle gallerie necessarie a portare l’acqua a Santa Massenza richiese 10 anni e oltre 1 milione di giornate di lavoro. Il complesso di 60 Km di gallerie fu scavato nella roccia ricorrendo a ingenti quantità di dinamite: un lavoro duro e pericoloso, al punto che le imprese responsabili degli scavi misero in preventivo 1 morto per ogni chilometro di galleria realizzato. Fortunatamente la macabra stima si rivelò eccessiva e gli operai deceduti furono “solo” 33.

La centrale di Santa Massenza richiese un investimento di 30 miliardi di lire, equivalenti a circa 500 milioni di euro odierni.

Il funzionamento della centrale

I ghiacciai del Gruppo Adamello-Brenta e le piogge alimentano i numerosi torrenti montani che confluiscono nel fiume Sarca, il principale immissario del lago di Garda. Le acque di questi torrenti sono intercettate da 16 opere di presa e convogliate in una vasca di accumulo situata in Val di Genova (895 m di altitudine), vicino a Pinzolo. Da qui si sviluppa la galleria che porta l’acqua al lago di Molveno (823 m di altitudine). Le acque del medio Sarca che non sono derivate a monte verso il lago di Molveno vengono raccolte in un bacino artificiale presso Ponte Pià, vicino a Tione.

Dal lago di Molveno e dal bacino di Ponte Pià si sviluppano oltre 15 Km di gallerie che trasferiscono l’acqua a due condotte forzate d’acciaio. Quella che riceve l’acqua da Ponte Pià fa un salto verticale di 220 m. Quella che riceve l’acqua da Molveno addirittura di 580 m.

L’acqua arriva alla centrale di Santa Massenza e passa attraverso ugelli idraulici che la spingono a una velocità fino a 360 Km/h. Sedici enormi turbine trasformano l’energia cinetica dell’acqua in energia meccanica di rotazione. L’alternatore converte l’energia meccanica in energia elettrica che viene innalzata di tensione tramite dei trasformatori e immessa nella rete elettrica nazionale.

Le acque turbinate vengono rilasciate nel lago di Santa Massenza adiacente alla centrale. Da qui, attraverso una complessa rete di opere ideauliche, raggiungono le centrali Toblino, Fies, Dro e Torbole. Infine concludono il loro viaggio nel lago di Garda.

L’acqua che scende… a volte sale

Le tecnologie oggi disponibili non consentono di immagazzinare l’energia su larga scala. Nei momenti di bassa richiesta di energia (per esempio durante la notte) il flusso d’acqua che arriva alla centrale può essere interrotto e la produzione di energia elettrica diminuita o cessata del tutto. In tali circostanze l’acqua viene prelevata dal lago di Santa Massenza e pompata al lago di Molveno attraverso una condotta forzata gemella. Ciò consente di ricreare a monte una riserva di acqua pronta per essere utilizzata nel momento in cui la richiesta di energia è più alta.

I numeri della centrale

  • Producibilità media annua: 640 GWh
  • Derivazione principale: Lago di Molveno
    • Salto utile: 580 m
    • Portata: 70 mc/s
  • Derivazione secondaria: Bacino artificiale di Ponte Pià
    • Salto utile: 220 m
    • Portata: 16 mc/s
  • Turbine: 15 Pelton (ad asse orizzontale) + 1 Francis (ad asse verticale)

Cosa è possibile fare con 640 GWh? Si può muovere un treno facendogli fare 3500 volte il giro della Terra. Oppure si può illuminare la Torre Eiffel per 82 anni. Insomma… 640 GWh sono proprio tanti!

Curiosità

La sala macchine della centrale di Santa Massenza è costruita nelle viscere del Monte Gazza. Vi si accede percorrendo un tunnel lungo 400 metri che nella sua parte terminale devia a destra. In periodo post-bellico tale accorgimento fu adottato per celare la sala alla vista dall’esterno proteggendola da un eventuale bombardamento.

Le dimensioni della sala macchine sono da record: 150 mila metri cubi, 30 metri di altezza e una lunghezza superiore a quella della Basilica di San Pietro!

Informazioni

Per maggiori informazioni su orari e prezzi delle visite guidate consultate il sito del progetto Hydrotour Dolomiti.

Galleria

Clicca sulle immagini per ingrandirle.

 


Foto copertina
Sala macchine della centrale idroelettrica di Santa Massenza
Archivio Gruppo Dolomiti Energia

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2 Discussion to this post

  1. Michele Sciannamea ha detto:

    Ho visitato la centrale nel lontano 1973, come studente. La mia prima meraviglia fu la vista e la dimensione di una ruota PELTON tanto da non resistere alla tentazione di sedermi in una delle due parti del cucchiaio. Poi la sala controllo con tutti quegli strumenti che conoscevo da studi ma mai visti. poi la curiosità: la sala controllo era dotata di finestre e dietro i vetri delle quali si vedevano i fiori di geranio e un cielo azzurro, come mai? se siamo in una grotta nel cuore della montagna? Rivelato l’arcano, finzione contr la claustrofoia. Mi piacerebbe rivederla.

    • Mirko Ropelato ha detto:

      È una visita che davvero merita di essere fatta perché svela un’opera dell’uomo mastodontica e al limite dell’incredibile… il solo immaginare tutti quei chilometri di gallerie scavati dentro la montagna lascia davvero senza fiato! Grazie per il tuo ricordo e per l’aneddoto dello stratagemma contro la claustrofobia!

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